Harriet Hosmer, una scultrice di professione

Clara Zennaro Harriet Hosmer

La formazione di Harriet Hosmer

Harriet Hosmer nacque a Watertown, nel Massachusetts, nel 1830. Dopo la morte di sua madre e dei suoi fratelli per via della tubercolosi, il padre medico, la spronò a frequentare corsi di canottaggio, equitazione e alpinismo, per irrobustirsi.




Presto Harriet Hosmer si trasferì a Lenox, dove fu allieva della Sedgwick’s School for Young Ladies, una scuola progressista che spronava all’indipendenza le sue studentesse.

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Enone
photo credit: www.alaintruong.com

Harriet Hosmer decise in giovane età di diventare scultrice. Dopo il diploma, aprì un atelier, ma ben presto si rese conto che non sarebbe mai stata un’artista completa senza lo studio dell’anatomia. All’epoca, i corsi pubblici della materia erano, come la copia dal vero del nudo, preclusi alle donne.
Harriet Hosmer decise quindi di prendere lezioni private al St. Louis Medical College. Fu la prima donna a diplomarsi presso l’istituto.
Nel 1852 si recò in Italia, insieme al padre e all’attrice Charlotte Cushman. Qui lavorò per lo scultore gallese John Gibson.
Durante la sua permanenza a Roma, Harriet Hosmer fece parte del gruppo di scultrici americane White Marmorean Flock, insieme ad Anne Whitney, Emma Stebbins, Edmonia Lewis, Louisa Lander, Margaret Foley.

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Mani giunte di Robert ed Elizabeth Barrett Browning
photo credit: www.metmuseum.org

Una scultrice di professione

Quando il padre, a causa di problemi finanziari, non poté più sostenerla in Europa, Harriet Hosmer dimostrò ai suoi contemporanei che la scultura non era soltanto un mestiere da uomini. Intraprese quindi la professione di scultrice, grazie alla quale riuscì a mantenersi.
Realizzo nuovi macchinari e progettò metodi di produzione innovativi.
Harriet Hosmer conferì alle figure femminili mitologiche che decise di scolpire attributi di forza, fermezza e coraggio. Aderì alla corrente del Neoclassicismo.
Fino alla fine del secolo, visse principalmente in Inghilterra, recandosi spesso a Roma.
Nel 1900 circa tornò a Watertown, dove morì nel 1908.
Le sue opere si trovano al Metropolitan Museum of Art, alla National Gallery of Art, alla London Academy.

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Dafne
photo credit: www.metmuseum.org

Le opere di Harriet Hosmer

Nel 1853 Harriet Hosmer realizzò Mani giunte di Robert ed Elizabeth Barrett Browning. La scultura in bronzo riproduce le mani intrecciate di una coppia di amici poeti.
Realizzò Dafne nel momento della sua trasformazione in albero di alloro, e non nella sua classica raffigurazione, mentre fugge spaventata da Apollo. Il volto della ninfa è sereno e ancora umano, mentre il suo busto è già formato da rami.
Nel 1855 scolpì Puck, prendendo ispirazione dal personaggio shakespeariano, di cui ne realizzò e vendette cinquanta copie.
Nel 1856 fu la volta di Enone, una scultura femminile a grandezza naturale che soddisfò il gusto degli spettatori europei, che apprezzavano i nudi sdraiati, e, allo stesso tempo, non offese gli americani, più conservatori, con una posa troppo audace.

Harriet Hosmer
Harriet Hosmer
photo credit: www.imageamplified.com


L’anno dopo Harriet Hosmer scolpì pet la St. Louis Mercantile Library la statua di Beatrice Cenci.
Nel 1860 lo stato del Missouri le commissionò la statua monumentale in bronzo del senatore Thomas Hart Benton.
Espose a Londra Zenobia regina di Palmira in catene, nel 1862. Al contrario dei suoi contemporanei, Harriet Hosmer prediligeva la raffigurazione di figure femminili forti e quindi scolpì la sua Zenobia vestita, a testa alta, mente sorreggeva le proprie catene.
La sua ultima opera importante, una statua della regina Isabella di Spagna, commissionata dalla città di San Francisco, fu inaugurata nel 1894.

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