La governante di madame de Lempicka

La governante di madame de Lempicka
La governante di madame de Lempicka

La governante di madame de Lempicka è un romanzo GM libri – La Vita Felice Edizioni, Milano (2021), che racconta la vita e l’arte della pittrice Art Decò Tamara de Lempicka.

Rosalia è poco più di una bambina quando la miseria la costringe a lasciare la sua casa e raggiungere Pietrogrado, per prendere servizio come cameriera presso la sontuosa dimora della famiglia Stifter, divenendo in breve la governante della loro giovane nipote ribelle, Tamara.
Al divampare della rivoluzione d’ottobre Rosalia la seguirà durante i cupi anni dell’esilio, fino a Parigi; la vedrà prendere il cognome del marito, Lempicka; vedrà il suo talento artistico esplodere e l’accompagnerà in ogni singola tappa della sua incredibile carriera, finendo per diventare sua amica e confidente, la sua musa ispiratrice.
Due vite parallele e opposte – la prima fatta di sfarzo e trasgressione, l’altra di dedizione e fatica – eppure talmente vicine da sembrare la stessa identica vita. Un romanzo intrigante e profondo, che ci accompagna tra le vicende e i dipinti di una delle più grandi pittrici di sempre, come nell’appassionante vernissage di un’esistenza impossibile da dimenticare.

La storia inizia a Pietrogrado nel 1914 e si snoda attraverso un arco temporale di circa sessant’anni, cambiando spesso scenario. Parigi, Roma, Firenze, New York, sono solo alcune delle città che fanno da palcoscenico alle vicende narrate, che si alternano ad eventi storici come la Rivoluzione d’Ottobre, la Crisi finanziaria americana, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e i Moti sessantottini.
Rosalia è la testimone dell’evoluzione personale e artistica di Tamara de Lempicka: definisce il suo stile inconfondibile e raffinato, grazie alla lettura e l’analisi dei suoi quadri più famosi.

Se vuoi saperne di più sulla vita di questa grande artista, leggi l’articolo La seducente modernità dei dipinti di Tamara de Lempicka

Era la prima volta che la vedevo lavorare. Se ne stava lì, concentratissima, di fronte alla sua modella; la scrutava come se non si fosse mai soffermata abbastanza sulla sua persona per memorizzarne i tratti. In un secondo momento, iniziò a tracciare le linee della composizione sulla carta ruvida del blocco da disegno. Ascoltavo con attenzione il rumore della mina della matita che scorreva sicura, le pause delle cancellature, il suo respiro controllato.