Contributi

Contributi, collaborazioni e articoli

Chronorama è un un racconto corale composto da oltre quattrocento immagini pubblicate, nell’arco dei primi sette decenni del Novecento, dalle testate Condé Nast.

La pluralità di soggetti, tagli e intenti delle fotografie esposte concorre al raggiungimento di uno scopo comune: quello di comporre una narrazione sul tema della trasformazione estetica della società.

Muovendosi lungo le sale dell’esposizione, a Palazzo Grassi Punta della Dogana di Venezia, è inevitabile immaginare le suggestioni suscitate da queste fotografie ai lettori delle riviste per cui sono state concepite, in epoche in cui la diffusione delle immagini avveniva quasi in maniera esclusiva attraverso la stampa.

Si percepisce ancora chiaro il fruscio della carta patinata, l’attrito provocato dalle dita bagnate da un velo di saliva, il suono secco delle forbici che hanno reso le effigi di attori, modelli e artisti icone domestiche, appese a un muro, oppure riposte gelosamente in un cassetto.

Tra l’Ottocento e il Novecento a Parigi sorsero i primi movimenti che si opposero all’accademismo, dopo secoli in cui la tradizione, di stampo neoclassico, era stata la protagonista incontrastata della scena artistica europea.

La città, già palcoscenico di svariati Salon, incominciò ad ospitare eventi ed esposizioni universali memorabili, come quella del 1889 in cui venne presentata la Tour Eiffel, che diventò presto il simbolo della Ville Lumière.

Pittori e scultori, provenienti da tutto il mondo, trascorsero nella capitale francese periodi più o meno lunghi della loro carriera, frequentando i bistrot e le brasserie sorti nei vecchi mulini di Montmartre, oppure dandosi appuntamento sulla Collina dei poeti e delle muse, ovvero Montparnasse, dove si discuteva d’arte e si stringevano interessanti sodalizi lavorativi.

Molti erano anche gli studenti d’arte che approdavano in città attratti dalle numerose possibilità formative.

In questo clima di grande fermento artistico e culturale, si svilupparono professioni volte a soddisfare i bisogni di artisti e studenti d’arte.

Recensione del romanzo La passione di Artemisia di Susan Vreeland, Neri Pozza Editore – 2009: il ritratto intimo di una delle prime artiste della storia ad essere ricordate per i propri meriti professionali: Artemisia Lomi Gentileschi.

Il romanzo Madame Vitti di Marco Consentino e Domenico Dodaro, Sellerio Editore – Palermo (2022), racconta la storia di Maria Caira, che creò alla fine dell’Ottocento una scuola d’arte per sole donne.

La mostra “Surrealismo e magia. La modernità incantata”, in corso alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, evidenzia i percorsi di cinque grandi artiste.
Leonora Carrington, Remedios Varo, Dorothea Tanning, Leonor Fini, Kay Sage e Maya Deren, tramite la loro opera, hanno saputo offrire in maniera originale ed efficace la loro visione del fatato e dell’onirico, grazie alla quale sono state in grado di sviluppare dei veri e propri processi di emancipazione personale.

In questo articolo racconto le mie impressioni su “La poesia dell’istante”, l’interessante mostra antologica dedicata alla talentuosa fotografa umanista Sabine Weiss, alla Casa dei Tre Oci, di Venezia.
Sabine Weiss si dedicò a lungo alla fotografia di strada, facendosi testimone di molteplici aspetti della condizione umana dell’epoca. Attraverso gli scatti rubati ai passanti nelle strade di Parigi – focalizzando la sua attenzione soprattutto sugli anziani e sui bambini – riuscì a trasmettere una sfaccettata rosa di emozioni suscitate dai gesti e dalle azioni dei suoi modelli.
Lavorò a lungo nel mondo della moda per stilisti famosi, come Dior e Yves Saint Laurent, e collaborò con Vogue, realizzando alcuni indimenticabili servizi.
Raccontò in maniera fresca e spontanea le grandi personalità del mondo dell’arte, del cinema, della musica e della letteratura. Si dedicò, inoltre, alla fotografia di viaggio.

Clara Zennaro